LEGNA SECCA, IL GRANDE BLUFF!

Salsa tonnata o barbecue?
Ketchup o maionese?
Magari fosse una scelta così semplice!
L’enigma della legna da ardere da utilizzare non può soffermarsi al quesito: Verde o Secca?
Se così fosse anche la risposta sarebbe scontata, a favore della secca e a discapito della verde.
Se sei fra quelli che con un semplice igrometro, strumento in grado di rilevare la percentuale di umidità nel legno, crede di saperne già abbastanza, questo articolo non fa per te!
Forse non sarò il pioniere di un’inversione di tendenza, ma di certo non lesinerò su spiegazioni tecniche e importanti requisiti che la legna da ardere deve avere.
La durezza originaria della legna, quindi la tipologia da scegliere è alla base di tutto.
Non c’è stagionatura ottimale che tenga per legni che hanno sviluppato le proprie radici in terreni fertili.
Alberi di pioppo, noce, pino, etc. hanno caratteristiche di malleabilità e dolcezza, già ad occhio presentano una struttura con anelli di accrescimento ampi tra loro, sintomo di processo di fotosintesi avvenuto con molta rapidità, in altre parole la fertilità del terreno ha accelerato la fase di crescita dell’albero.
Quel legname non sarà mai un buon combustibile.
Appena tagliato avrà una percentuale di umidità, quindi acqua contenuta, che può arrivare anche all’ 80-85%, bruciarlo sarà impossibile, non resta che stagionarlo.
La condizione ottimale per una corretta stagionatura è lasciare il legname alle intemperie, sarà utile sia spezzarlo che spaccarlo.
Assolutamente non deporre il legname in luoghi chiusi e poco ventilati come box o cantinole, l’umidità si trasformerà in muffa e non vi resterà che buttarlo.
Dopo una stagionatura di almeno 4-6 mesi il legname avrà subìto un calopeso di oltre il 50%, sarà possibile utilizzarlo, la resa calorica non sarà un granché, la fiamma rilasciata sarà fioca e fuligginosa e la brace quasi inesistente.
Con una stagionatura più prolungata la legna tenderà a deteriorarsi ed avrà perso ancora più il suo potere calorifico, sia in fase di accensione che di combustione ci saranno grosse difficoltà a mantenere semplicemente il fuoco acceso.
La legna da ardere deve avere come caratteristiche principali durezza e compattezza.
Ad eccezion fatta di alcune essenze come ad esempio l’ulivo o la quercia che si presentano duri e compatti anche crescendo in terreni fertili, la regola dice: “terreno che vai legno che trovi”!
Alla papale, la stragrande maggioranza degli arbusti che hanno sviluppato le loro radici in terreni montuosi presentano caratteristiche di durezza e compattezza, questi legni saranno ottimi sotto tutti i punti di vista per l’utilizzo da ardere.
I terreni montuosi sono rilievi della superficie terrestre che si estendono sopra il normale terreno, sono prevalentemente composti da rocce e sono almeno 1000-1500 metri sopra il livello del mare, la crescita di un arbusto vi avviene con estrema lentezza ed ovviamente sarà bello, duro e compatto!
Affondare le punte di un igrometro in uno di questi legni sarà ancora una volta un passaggio inutile, sarà visibile ad occhio nudo, l’albero di montagna appena abbattuto sembrerà asciutto!
Conseguentemente la percentuale di umidità contenuta sarà piuttosto bassa, variabile dal 30 al 50%, quindi basso contenuto idrico e ottimali peculiarità, ne permetteranno un rapido impiego con ottima resa calorica.
Anche in riferimento a queste essenze legnose per una corretta stagionatura valgono tutti i principi sopraelencati.
In pochi mesi avrete una legna perfetta, la fiamma rilasciata sarà viva e potente, la brace altrettanto viva e incandescente!
Da qui il consiglio utile di affidarvi ad un venditore serio e onesto, che non vi prenda in giro rifilandovi un pioppo sotto nome di faggio oppure un salice sotto nome di quercia.
Così facendo potrete acquistare la vostra legna da ardere in qualsiasi periodo dell’anno e se vi risulta comodo potrete approvvigionarvene anche per più stagioni, non rischiando di rimanere senza nel corso dell’inverno.
Anche il rischio che la legna si deteriori per una troppo prolungata stagionatura è così scongiurato, ci vorranno almeno 2-3 anni prima che questa legna diventi “inutile” da ardere perdendo tutte le sue eccellenti predisposizioni di potere calorifico.
Col trascorrere dei mesi e quindi con la quasi definitiva perdita di umidità al suo interno, noterete un rapporto fiamma-brace sempre più tendente ad una fiamma elevata e potente, a discapito di una brace che sarà meno potente e duratura.
Se disponete di legna bella secca secca e vi sembrerà un peccato bruciarla presto presto per poi rimpiangerla, nessun problema!
Compratevene un altro po’, che ovviamente sarà meno stagionata e smezzatela, sarà un trionfo!
Se non siete in possesso delle giuste conoscenze in ambito di legna da ardere e tipologie adatte a questo utilizzo, evitate di andare alla ricerca di legna da acquistare già secca, per il venditore potrà essere la giusta occasione per rifilarvi del materiale scadente!
L’unica strada percorribile per l’efficienza e la convenienza in tema di legna da ardere, è affidarsi a un venditore onesto.

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Fausto Bernardo

Fausto Bernardo

Nasco nel 1981 sotto il segno del cancro a Eberbach (D) 3,900 kg di pura felicità per Mario e Rosa, che per esigenze lavorative si trovavano all’estero. Dopo poco più di un anno ci fu il definitivo rientro in patria, ho vissuto e vivo a Recale (CE) dove ho frequentato tutte le scuole primarie, nel 2000 ho conseguito un diploma all’ITIS di Marcianise come perito di Elettronica e Telecomunicazioni, ma non ho mai sfruttato tali conoscenze in ambito lavorativo.
Nel lontano 1996, mi sono ritrovato a gestire l’attività di famiglia, sì, avete capito bene, avevo soltanto 15 anni!
Fu l’inizio del coltivare la mia unica passione: la Legna! Non ho mai smesso, neppure un giorno della mia vita, chi mi conosce sà che finora ho scritto poche righe di assoluta verità! Se dovessi autodescrivermi userei “polivalenza” un solo sostantivo per dire che amo fare tante cose….una di queste è: Scrivere.